Stipsi

Che cos’è

Tantissime donne (ma anche molti uomini) soffrono di stipsi: in parole povere non hanno una normale defecazione, sia in rapporto ai tempi, sia rispetto alla frequenza di evacuazione. Interminabili minuti passati sul water, necessità di spingere, di effettuare manovre manuali e di assumere clisteri o lassativi: pratiche seccanti ma necessarie per effettuare una quotidiana defecazione, e che il più delle volte lasciano la sensazione fastidiosa di avere ancora necessità di andare in bagno.

Sintomi

I pazienti che non riescono ad andare di corpo normalmente riscontrano spesso i seguenti sintomi:

  • riescono ad evacuare solo dopo aver preso lassativi o clisteri;
  • per andare di corpo devono aiutarsi usando le dita (digitazione);
  • hanno come la sensazione di un’incompleta evacuazione;
  • evacuano più volte durante la giornata (defecazione frammentata);
  • per andare di corpo devono spingere molto (ponzamenti eccessivi e prolungati);
  • devono stare parecchio sulla tazza del bagno (oltre 15 minuti);
  • avvertono un dolore rettale e perineale;
  • qualche volta gli capita di perdere involontariamente delle feci.

Cause

Il fastidio è causato, moltissime volte, da un problema inerente la parte finale dell’apparato digerente, il retto, e non da errate abitudini di vita.
In particolare, l’ostacolo alla fuoriuscita delle feci (ostruzione meccanica) dipendente da problematiche del retto può essere legato al presentarsi, anche in maniera simultanea, dei seguenti fenomeni:

  • prolasso mucoso esterno: a volte la mucosa del retto prolassa creando un ostacolo al passaggio delle feci (ragione degli sforzi per evacuare);
  • rettocele: altre volte la muscolatura del retto si sfianca, creando una sacca che, nelle donne, protrude verso la vagina;
  • invaginazione: il retto cede su se stesso.

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Residui di feci possono rimanere in piccole tasche mucose, lasciando la sensazione di dover ancora defecare, oppure di sentire la necessità di andare in bagno più volte. L’ostacolo alla defecazione può anche essere legato a prolassi stabili dell’utero o dell’intestino. Questi due organi, prolassando, comprimono il retto provocando una riduzione del lume rettale, rendendo così la defecazione difficoltosa.

 

Pubblicato da

Giovanni Ciotta

Ha conseguito la Specializzazione in Chirurgia Generale con le nuove normative CEE nel 2001. Durante il Corso di studi ha acquistato esperienza in Ghirurgia Generale, approfondendo le tecniche chirurgiche relative alla patologia addominale con particolare riguardo alle metodiche più innovative nel campo della colon-proctologia e del trattamento del prolasso rettale ed emorroidario con tecnica PPH e STARR..